English French German Spain Italian Dutch Russian Portuguese Japanese Korean Arabic Chinese Simplified
Quiero esto en mi Blog!

venerdì 29 ottobre 2021

Stella stellina

 

                 





                                                 

Stella, stellina che brilli lassù,

la tua luce risplende sulla terra quaggiù,

con tante sorelle, il sole e la luna

è fulgor luccicante nella celeste laguna.


 

Stella, stellina non mi guardi, perché?

Il mio desiderio realizza per me!

Che stiano bene tutti i bimbi del mondo,

gioiosi in famiglia a tutto tondo.

                                                         

Stella, stellina che ammicchi lassù,

oggi ti chiedo un pochino di più:

veglia su mamma, sul babbo e sui nonni

e colma di luce i loro sonni.


                    


Filastrocca pubblicata  sul sito Scrivere

Immagini GifAnimate.com                  

giovedì 14 ottobre 2021

La leggenda della felicità

 







Dov'è la felicità?

"Il Cuore si rivolse al Vento:

"Tu che soffi sulle foreste più fitte, ti prego, dimmi dove è la felicità!"

Il Vento soffiò, soffiò, soffiò ovunque, ma non la trovò.

                           

                                                                            

Il Cuore si rivolse al Sole:

"Tu che splendi sulle montagne più alte, ti prego, dimmi dove è la felicità!"

Il Sole guardò, guardò, guardò ovunque, ma non la trovò.

                                                       

Il Cuore si rivolse all'Acqua:

"Tu che raggiungi anche le terre più lontane, ti prego, dimmi dove è la felicità!"

Ma neanche l'Acqua poté aiutarlo.

    

Il Cuore si rattristò.

Pianse, dicendo:

"Allora la felicità non esiste!"

                                           


In quel momento la Luna si affacciò da dietro una nuvola e facendo capolino sorrise:

"Non puoi cercare la felicità, la puoi solo trovare... è dentro di te!"


Leggenda del popolo amazzonico Anambè.

Immagini GifAnimate.com e dal web

 

 

 

venerdì 8 ottobre 2021

La leggenda della vite

 

 



Un’antica leggenda calabrese narra che una volta la vite era una pianta dal bel fogliame verde e rigoglioso, che però non offriva frutti.

Accadde che un giorno un anziano contadino, stanco e demoralizzato per quell’unica pianta del suo podere che rimaneva del tutto improduttiva preoccupato che facesse troppo ombra alle altre piante impedendone la crescita decise di tagliarla.





Seppure a malincuore agì con estrema decisione e della bella vite rimasero solo pochi rami del tutto spogli.

Ridotta in quelle condizioni la povera pianta si disperò e iniziò a piangere lacrime amare. Cosa aveva mai fatto di male e che motivo aveva ancora di vivere, ridotta così a un tronco secco senza tralci e senza foglie?  

Un piccolo usignolo, che ogni sera al tramonto si posava per cercare riparo tra i rami della vite percepì tutta la disperazione e la malinconia della sua amica pianta e ne condivise la sofferenza.

                                                                   

«Non piangere più! – disse, tentando di consolarla – Io canterò per te e tutti sapranno quello che ti è successo!»

Per dieci sere di seguito continuò a cantare espandendo nell’aria le note soavi della sua ugola d’oro e il suo canto melodioso arrivò fino in cielo.

Le stelle quella sera si affacciarono sulla Terra e ascoltarono commosse la storia cantata così dolcemente dal piccolo volatile canterino e piansero inondando di lacrime la povera pianta.

La vite avvertì lunghi fremiti in tutte le sue fibre e si sentì piacevolmente rinvigorire. L’uccellino rimase con la pianta e il mattino dopo, al sorgere del sole, divenne testimone di un prodigio: sui rami spogli della vite iniziarono a spuntare delle gemme, che lentamente si schiusero, formando nuovi germogli. In poco tempo quei germogli generarono nuovi pampini e verdi viticci, che avvolsero con tenerezza le zampette dell’usignolo in segno di affetto e gratitudine.                                

Tutte le lacrime versate dalle stelle diedero origine a chicchi succosi dell’uva, che il sole baciò, indorandoli e maturandoli.

La leggenda narra che così nacque l’uva, il frutto che possiede l’energia delle stelle, la dolcezza del canto dell’usignolo e la stessa luce delle sere d’estate.



Ricerca effettuata sul web e rielaborata dall'autrice del blog.

Immagini dal web  

venerdì 1 ottobre 2021

La leggenda dell'autunno

 



Questa bella leggenda ha inizio tanto tempo fa quando i boschi erano immensi e rigogliosi, ricchi di fiori e di vegetazione, ed erano abitati da tanti animali e persino da alcune piccole creature chiamate folletti.

                                           

A quei tempi una passeggiata in un bosco era già molto istruttiva e poteva riservare tante piacevoli sorprese, perché queste piccole creature vivevano felici e gioiose e girovagavano spandendo allegria nei dintorni.  Tra loro vi erano anche quelli più coraggiosi o impudenti che non avevano nessun timore di mostrarsi.




I folletti amavano soprattutto la bella stagione, quando il sole era alto, le ore di luce più lunghe e i colori delle piante e dei fiori erano vividi e brillanti. Ma si sa che le stagioni si alternano e lo hanno sempre fatto, così venne anche il giorno che il sole prese a calare sempre più presto, le ombre ad allungarsi su tutto il bosco e l'aria iniziò a rinfrescarsi.

                                                    

                                                   

Tra i tanti folletti vi era anche Timothy, che osservava sempre più preoccupato l’avvicinarsi dell’autunno. Gli amici animali si affannavano a cercare di rendere più calde le tane e a fare le scorte di cibo per l'inverno.

Il piccolo Timothy scrutava il cielo e vedeva stormi di uccelli alzarsi in volo per migrare verso le terre più calde. Mentre osservava tutto ciò il folletto desiderò molto avere le ali per poter volare lontano ed evitare l'arrivo della stagione più fredda.

                                       

Anche i suoi compagni iniziarono a darsi da fare. Si aggiravano in modo frenetico per il bosco a raccogliere la legna, i funghi, le castagne e le nocciole per rifornire le dispense e prepararsi ad affrontare al meglio il lungo periodo invernale.

Timothy rimase tristemente fermo per  parecchio tempo a osservare il lavorio dei compagni, che inutilmente lo sollecitavano a muoversi e ad aiutare.

Lo sconsolato folletto si mise a pensare e all'improvviso gli venne una bella idea: perché non organizzare una festa per salutare l'estate e l’arrivo dell'autunno? L'idea gli piacque così tanto che corse a dare la notizia ai compagni che, a loro volta, accettarono con gioia l'idea. Solo pochi tra loro esitarono, timorosi della reazione degli alberi. Gli alberi erano considerate creature serie, arcigne e severe che non sopportavano la confusione e il rumore e con gli allestimenti e i decori vari che occorrevano perché una festa riuscisse bene, di rumori e di caos i folletti ne avrebbero prodotto molto.  

Allora Timothy propose di agire con l'oscurità, quando anche i signori alberi si riposavano e dormivano.

Quella stessa notte, con il chiarore e il sorriso della luna e l’ammiccare delle stelle, i folletti salirono tra i rami e dipinsero le foglie di giallo, marrone e rosso lasciando un tocco di verde qua e là.

Il mattino dopo, al risveglio della natura, anche gli alberi rimasero senza fiato per lo spettacolo. La festa poi fu un successone e le danze i canti si prolungarono tutto il giorno, con la partecipazione degli altri abitanti del bosco.

Quando scesa la sera i folletti si apprestarono a rimettere in ordine e  a ridipingere le foglie di verde, il grande castagno, l'albero più anziano e autorevole del bosco, dopo essersi consultato con i compagni domandò ai folletti di lasciare le cose così com'erano perché il bosco non era mai stato così bello, colorato e suggestivo. D’altronde, la fatica di ridipingere sarebbe stata inutile, perché da lì a poco le foglie sarebbero cadute in modo naturale.

                                                 

I folletti esaudirono il desiderio degli alberi e, da allora, prima che il gelido vento invernale spogli del tutto gli alberi dal fogliame, la natura si dipinge di oro e di rosso offrendo all’umanità uno spettacolo mozzafiato.

                                                          

        

Leggenda trovata sul web e rielaborata dall'autrice del blog. 


La leggenda di re Carnevale

  C’era una volta un regno governato da un sovrano chiamato Carnevale dall’indole scherzosa, altruista e molto generosa. Difatti, ogni sud...