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giovedì 31 dicembre 2020

La filastrocca di Capodanno














  

E alla fine arriva anche Capodanno

e son fuochi e brindisi a salutare l'anno

che vecchio e stanco zoppicante se ne va

 lasciando al nuovo nato che finalmente è qua! 

Quante cose avresti da raccontare,

belle o brutte più o meno a cui pensare,

ma tutto quello che quest'anno ti è successo

nella memoria certo ti rimarrà impresso.


Chissà che cosa speri o cosa sogni,

forse il gioco, lo sport e altri impegni,

un ritornello e un balletto in compagnia,

l’augurio per te e che sia sempre in allegria!


                      



Filastrocca pubblicata sul sito Sfogliandopoesia.com

immagini GifAnimate.com



sabato 26 dicembre 2020

La favola dei tre topolini

 

 

C'erano una volta tre topolini, che si affannavano a correre qua e là tra i campi. Si era in autunno e il primo dei tre si affannava a cercare chicchi di grano e legumi da portare nella tana per l'inverno. Il secondo, invece, cercava paglia e fiocchi di cotone per riscaldarsi e combattere il gelo. Il terzo, gironzolava qua e là senza fare nulla: guardava il sole di novembre, si specchiava nell'acqua e osservava gli umani lavorare nei campi.

                       

I compagni lo rimproveravano spesso: “Perché perdi tempo? Come faremo a superare l'inverno se tu non ci aiuti a fare le provviste?”

Ma il terzo topolino non si curava di loro.

Quando arrivò l'inverno i tre topolini si rifugiarono nella tana sigillando l'ingresso con della corteccia. Non sarebbero usciti fino alla primavera successiva. C'era cibo in abbondanza e il freddo non faceva paura avvolti com'erano nel cotone e nella paglia.

                          

Dopo i primi giorni, però, i primi due cominciarono a soffrire la noia. Dopo aver fatto colazione al mattino passavano la giornata senza fare nulla. Così il terzo topolino iniziò a raccontare loro delle storie: durante l'autunno aveva visto un vecchio pescatore cadere nello stagno mentre cercava di agguantare una trota. Un’altra volta aveva seguito due bambini che davano la caccia alle libellule. Insieme alle storie, il topolino inventava anche delle brevi poesie sul sole e sugli alberi. Gli altri due si resero conto che il loro compagno non aveva perso tempo durante l'autunno ma, al contrario, mentre l'oro immagazzinavano provviste per nutrire il corpo, l’altro aveva messo da parte il necessario per nutrire l'anima. 

Aveva raccolto per loro la luce del sole e la meraviglia della vita.

I tre topolini trascorsero un inverno meraviglioso con la pancia piena, al calduccio e allietati dai racconti e poesie.  

                                            




Favola di autore sconosciuto 

immagini Gifanimate.com

sabato 19 dicembre 2020

Sogno Di Natale




Scoppietta il fuoco lì nel camino

sonnecchia un uomo con il nipotino;

stanco il monello, più esausto il vecchietto,

ma quel tesoro stringe forte al petto.

Dondola il nonno e il bimbo sogna

un flauto, una piva e una zampogna,

coro soave e melodia celestiale,

in cielo una slitta con Babbo Natale.

Luci, presepe e tante ghirlande,

stelle e addobbi per un albero grande;

martella forte il cuoricino nel petto,

nel sogno sorride e sembra un angioletto.


Sogna dolcetti con tanto zucchero a velo,

con farfalle di neve in una notte di gelo,

un bue, un asinello e un agnellino

e nella grotta il pianto di un  bambino.

                           

Filastrocca pubblicata sul sito Scrivere

Gif myhouseonweb

mercoledì 16 dicembre 2020

In attesa di Babbo Natale

                                    


Lesta corre nella notte

sulla neve una rossa slitta

trainata da miti renne

e stracarica di strenne.

 

S’alza snella anche in volo

e lascia scia di stelle in cielo,

perché occorre fare in fretta,

in quella casa un bimbo aspetta.

 

Tanti riccioli sul guanciale

dorme e sogna Babbo Natale,

lui quest’anno è stato buono!

Sotto l’albero troverà il dono?

             

Dormi pupo e sta tranquillo,

che il tuo sogno è dolce e bello

e sotto l’albero sai che c’è?

Tanti pacchi tutti per te!


              


Filastrocca pubblicata sul sito Scrivere

immagini Myhouseonweb 

 

domenica 13 dicembre 2020

La leggenda del pettirosso

 



Era la notte di Natale e un bimbo poverello era appena nato in una stalla.

La mamma Maria e il babbo Giuseppe avevano acceso un fuocherello per tenerlo al caldo.

Oltre alla presenza di un bue e un asinello, in quella misera stalla aveva trovato rifugio anche un uccellino, che se ne stava nascosto nel suo nido tra le travi del tetto e da lassù osservava la famigliola. Sembrava che fosse interessato soprattutto al neonato, che piangeva per il freddo.                                                           

                                           


L'uccellino vedeva che i genitori si davano molto da fare per tenere acceso il fuoco, ma notò anche che erano esausti e alla fine li vide cedere al sonno e alla stanchezza.

Il fuoco rischiava così di spegnersi e, da lì a poco, la vicinanza del bue e dell'asinello non sarebbe più bastata per garantire un minimo di conforto al neonato.

L'uccellino allora, volo giù dal suo rifugio e iniziò a frullare le ali vicino alle braci, affinché non si spegnessero.

Si impegnò strenuamente tutta la notte finché, Giuseppe si svegliò e aggiunse altra legna al misero focolare.

                                 


Solo in quel momento l'uccellino tornò nel suo nido e, nell’accoccolarsi, si accorse che il suo petto era macchiato di rosso.

La leggenda narra che fosse l'amore, che gli era salito dal cuore e che aveva dimostrato per Gesù bambino.

E, da allora, per quella sua macchia rossa sul petto, l’uccellino viene chiamato Pettirosso.

                                     


     
                       

Leggenda popolare trovata sul web ed elaborata dall'autrice del blog.

Immagini    GifAnimate.com

Gif myhouseonweb

sabato 12 dicembre 2020

Risplende di luce

 









La danza dei fiocchi ovatta la notte

ed espande quel gelo dentro la grotta.

Manca di fuoco e un asino raglia

sopra un giaciglio di misera paglia.

Lunga è la veglia, ma colma d'attesa

s'accende una stella e rimane sospesa.

E mentre espande lieve un vagito

è mite il bove e caldo il muggito.

Aleggia un frullo di piume e di ali

con squillo di trombe e arpeggi soavi,

che annuncia ai pastori un evento speciale

e al monto intero l'avvento Reale.

Risplende di luce quel magico cielo

 mostrando ai viandanti il giusto sentiero,

poi lemme lemme e da paesi lontani

giungono i doni dei magi sovrani.

             

          


Filastrocca pubblicata sul sito Scrivere

Immagini GifAnimate.com

 gif iniziale myhouseonweb

giovedì 10 dicembre 2020

La leggenda dell'albero di Natale


L'albero di Natale è da immemore tempo una tradizione delle feste di fine anno, il simbolo più diffuso, sfavillante e luccicante che si possa trovare nelle case di milioni di persone del mondo.

Volete sapere com'è nata la tradizione di addobbare un abete per le feste? Ebbene, ve lo svelerò con questa suggestiva leggenda popolare trovata sul web ed elaborata a modo mio.                                



Tanto, tanto tempo fa, in un remoto villaggio di campagna, un giovanissimo contadino volle recarsi nel bosco, alla ricerca di un ceppo di quercia da bruciare nel camino, così come richiedeva la tradizione della notte Santa, tra la sua gente.  

           

Quel pomeriggio la ricerca si prolungò molto e il ragazzino non si rese conto del tempo trascorso, se non quando stava per calare l'oscurità. In quel momento si spaventò talmente e si confuse tanto, da non riuscire a ritrovare il sentiero giusto per fare ritorno al casolare.

Come se non bastasse, il tempo si guastò e iniziò a nevicare in modo fitto.                            

                                                                  


Oltre all’amarezza di non poter festeggiare la vigilia, l'angoscia e la paura del gelo e della solitudine lo assediarono.

Il ragazzino camminò finché gli fu possibile farlo, poi trovò riparo sotto un abete e vi si rannicchiò, addormentandosi esausto.

Forse fu per il peso della neve, che le fronde si piegarono sul corpicino raggomitolato riparandolo o, forse, fu per la sensibilità dell'albero che, impietosito, abbassò le fronde abbracciandolo e salvaguardandolo dal gelo e dalla tormenta. 

 

Solo la mattina dopo, gli abitanti del villaggio, usciti alla sua ricerca, lo ritrovarono ancora addormentato nel provvidenziale rifugio.

La gioia del ritrovamento fu immensa, ma lo stupore ancora di più. Difatti, l'abete durante la notte, a causa della neve e del ghiaccio, aveva subito una sfolgorante trasformazione. Le fronde, oltre a essere ammantate di neve, erano ricoperte di cristalli di ghiaccio sembrando inghirlandate e sfavillando con tanti barbagli.

                                 


Fu in quel momento che il ragazzino, grato per il riparo offerto dall'albero, promise che da quel Natale in poi, nella sua casa, non sarebbe più mancato un abete addobbato con tante luci.

Nacque così la tradizione dell’albero di Natale. 



Leggenda popolare

Ricerca effettuata sul web

immagini  Phoneky

Gif Ilmioverdesentiero

martedì 8 dicembre 2020

Filastrocca del pupazzo di neve

 




 

Ha un naso un po' buffo ma non è un pagliaccio,

è fatto di neve e dorme all’addiaccio;

ha un sorriso per tutti e sai perché?

Con tutti gioca e forse anche con te! 

Non teme il ghiaccio né la tormenta,

né il grande gelo mai lo spaventa

e se indossa una sciarpa e pure un cappello,

 sembrerà più simpatico e anche più bello. 

Ha la bocca, un naso e anche gli occhi

ma quando inizia la danza dei fiocchi

dai un nome al tuo amico, anche se breve

e gioca con lui… è il tuo pupazzo di neve. 



                                                                        




Filastrocca pubblicata sul sito Scrivere

Immagini GifAnimate.com

domenica 6 dicembre 2020

Il guardiano silvestre




                                                                          

 


Era il mese di dicembre e le festività del Santo Natale si avvicinavano rapidamente.

La giornata era splendida e tre ragazzini stavano giocando nel parco sotto la sorveglianza attenta della nonna.

Nel parco vi erano grandi piante secolari e tanti scoiattoli velocissimi, che accorrevano quando i bambini li attiravano con il suono delle noci sbattute tra le mani.

Un luogo che era un'oasi di pace dove trascorrere un tempo ricco di avventure e di magia. 

In quel posto magico, in una casetta di legno costruita tra le fronde, viveva anche un esile ometto dall’aspetto strampalato.


L’uomo, che aveva detto di chiamarsi Silver, erano anni che si occupava non solo della pulizia del parco, sgombrandolo dai rami e dalle foglie secche, ma si prendeva cura personalmente di ogni pianta. 

I giardini, grazie al suo lavoro, erano curatissimi e puliti.

L’omino si aggirava indaffarato spingendo una carriola, dove riponeva tutti gli scarti che raccoglieva da terra. Indossava un buffo berretto a punta e una tuta verde, alla cui cintola teneva appesi gli arnesi da giardinaggio. Ogni tanto lo si vedeva soffermarsi davanti a una siepe o un arbusto e con le cesoie aggiustava una fronda, tagliava un ramo o dava una sistemata a un’aiuola.

I ragazzini sospettavano che si trattasse di un elfo, che aveva smarrito la strada del suo regno e che aveva così scelto di fare di  quel parco la sua residenza.

                                           

Il dubbio che fosse un elfo era nato per via delle orecchie e il viso appuntito, nonché il corpo esile e sottile come un giunco.

Oltretutto aveva la mania di vestire di verde, così che rimaneva mimetizzato con l’ambiente e capitava spesso che i bambini lo vedessero apparire improvvisamente dal nulla.

Nonostante tutto, nessuno dei bambini ne aveva paura, anzi, ogni volta che lo vedevano, gli correvano incontro per salutarlo.

Silver si trovava bene con i piccoli e raccontava sempre delle storie bellissime, quando gliele richiedevano mentre, con gli adulti, si dimostrava diffidente e li evitava.

                                                    

La leggenda di re Carnevale

  C’era una volta un regno governato da un sovrano chiamato Carnevale dall’indole scherzosa, altruista e molto generosa. Difatti, ogni sud...