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giovedì 30 aprile 2020

La filastrocca del contadino



Quando dal colle il sole spunta
s’espande l’eco del gallo che canta
e forse per lavoro o per diporto
che il contadino si reca nell'orto.

Prende la vanga, la zappa e il rastrello
e se il sole picchia mette un cappello,
 con tanta energia inizia a zappare
e se c’è luna buona  può seminare.


Passeranno i giorni e ci vorrà tempo,
guardando il cielo, se grandina non c'è scampo,
ma se quel tempo sarà condiscendente
spargerà il sole e pioggia bene augurante.



Quando arriverà il giorno, tra solchi e zolle
coglierà zucchine, patate e cipolle,
frutta dagli alberi, dolce e matura
esito di tanta fatica e dono della natura.




                                                                
                               





Filastrocca già pubblicata sul web

mercoledì 29 aprile 2020

Il salterello






A tutti i bambini
vorrei insegnare
la danza fanciulla
che fa saltellare.

Io l'ho chiamata
il salterello
ma è solo per quelli
che amano il ballo.
 
Saltella di qua
e poi un po’ di là
il salterello
a scuola non far.



Col tacco e la punta
e piroetta in aggiunta,
non ti dico una frottola,
giri come una trottola.
       
Così, in punta di piedi,
                    tu con grazia procedi,
            sbatti a tempo il tamburello
                    stai ballando il salterello. 



E se sei uno che ama il volo
segui il veliero
che spiega le vele
guarda che
 ascende leggiadro 
nel cielo

e danza nell'aria
tersa e leggera
come il pallone
di mongolfiera.

                                Saltella di qua
           e poi un po' più in là
            il salterello
                             anche in volo si fa’


oltre le nuvole
e oltre il sole
oltre le stelle
più grandi e più belle

Saltella di qua
e un po’ di là
il salterello
anche in cielo si fa'...



Filastrocca di Vivì già pubblicata sul sito Scrivere


martedì 28 aprile 2020

La soffitta del nonno



Quando il nonno sonnecchia, io ne approfitto,
 in punta di piedi salgo sino in soffitta
e tra mucchi di polvere e ragnatele
m’aggiro tra lampade, vasi e candele.

Tra gli oggetti in disuso e utensili da lavoro
inizia per me una caccia al tesoro
perché nel solaio trovo cose assai strane
come un vecchio carillon tra pentole di rame.




Spicca il trombone di un grosso grammofono
e la cornetta di uno strano telefono
ma tra le cose che più preferisco
è un nero, lucente e gigante disco.


Appesa a un muro e senza pedali
è una bici arrugginita con un gran fanale
e un campanello ancora funzionante
con suono stridulo e un po’ gracchiante.


Sugli scaffali messi in bella mostra,
un soldatino, un treno e una giostra
fatti di latta, mentre di legno,
un pagliaccio che volteggia su un sostegno.

In quella soffitta starei per delle ore,
c’è molto da scoprire per un esploratore,
ma all'improvviso un orologio a cucù
mi avverte che è ora di tornare giù!


                                                                                                       








Filastrocca pubblicata sul sito Scrivere

domenica 26 aprile 2020

Una grande famiglia



Io, mia sorella, mamma e papà,
la mia famiglia eccola qua
e se aggiungo anche lo zio e la zia
si allarga di molto la compagnia.


Ma non dimentico anche il cugino,
che è tanto simpatico se fa’ l’occhiolino
e con sua sorella, anche se dispettosa,
la nostra famiglia diventa grandiosa.




La mamma e il  papà dei miei genitori
sono i miei nonni, tra i tanti i migliori,
io molto spesso li vado a trovare
perché mi coccolano e mi fanno giocare.

Sono un bambino assai fortunato
perché anche dai bisnonni sono stato coccolato
e sebbene con loro non posso più parlare
li porto nel cuore e mai li potrò dimenticare.











Filastrocca pubblicata sul sito Scrivere

Immagini gratuite dal sito CleanPng

Tarti, l'ambasciatrice di pace







Tarti nacque una sera di primavera, sulla bellissima spiaggia di un’isola italiana. Per lei, tartarughina del genere Caretta caretta, la schiusa del suo uovo fu un’esperienza sgradevole perché si svegliò all’improvviso da un lungo sonno senza sogni o, forse, così tanto annebbiati e confusi da non riuscire a ricordarli.
Fu l’istinto a suggerirgli di picchiare con tutte le sue forze il musetto appuntito contro le pareti lisce e concave tra cui era costretta come fosse prigioniera.  Tarti ignorava di trovarsi in un uovo prossimo alla schiusa. 
Impiegò comunque molto tempo e infinite energie; quel guscio non ne voleva proprio sapere di rompersi ma, a furia di provare, il fragile contenitore alla fine cedette e lei si ritrovò finalmente libera.
Purtroppo, la sua battaglia per emergere alla vita era appena iniziata.  L’uovo era stato posto dalla mamma in una profonda buca scavata nella sabbia, al sicuro dai predatori e Tarti doveva ancora farsi strada  per uscire.


Quando a fatica emerse dalla sabbia rimase meravigliata e lo spettacolo che vide  in superficie la ripagò per gli enormi sforzi affrontati.  
Intorno a lei si trovavano centinaia di creature neonate che tanto le somigliavano.   Tarti avrebbe voluto socializzare, ma le altre sembravano essere dominate da una smania incontrollata di correre.  Alla piccola sembrò molto strano e si domandò il motivo di tanta frenesia: «Ma dove corrono tutte quante?» 
Per un attimo rimase a osservare ma subito dopo avvertì un rumore profondo, continuo, a tratti assordante. Tarti puntò lo sguardo oltre le centinaia di piccole tartarughe in movimento e proprio là, dove si vedeva luccicare, sotto i raggi della bianca luna, vide un’immensa distesa d'acqua. Quella visione argentata fu fonte di nuova meraviglia.
La tartarughina notò come le sue sorelline avanzassero timidamente verso le acque e come venissero prese immediatamente dalla risacca, per poi scomparire tra le onde.
Pensò che fosse meglio seguirle e si mise in marcia, dietro tutte le altre. 
All'improvviso, dal cielo, calarono ombre minacciose, che lanciavano strida assordanti e poi si tuffavano in picchiata e Tarti assistette inorridita al rapimento di alcune sorelline. 
Avrebbe voluto accorrere in aiuto delle poverine, ma l'istinto le suggerì di correre, correre e mettersi in salvo. 

sabato 25 aprile 2020

Un volo tra le stelle




Oltre la pioggia sai cosa c’è?
Un sacco di nubi che non fanno per me!

E oltre le nubi cos'altro sarà?
Un cielo turchese che c’incanterà!

E oltre quel cielo cosa troveremo?
Un arcobaleno che dipingeremo!

E oltre quell'arco con tanto colore?
Una stella che scalda chiamata sole,
una luna che illumina con chiaro alone
e miliardi di stelle più o meno lucenti,
a volte comete a volte cadenti.

E oltre il sole, le stelle e la luna?
Un’immensa e animata laguna
dove trovi pianeti e asteroidi
che ruotano, sfrecciano come fossero bolidi.


Dai, chiudi gli occhi e dammi la mano
che insieme in quel cielo voliamo
e con il cuore, la mente e il pensiero
percorriamo l’infinito e stellato sentiero!
                                                     

                                                                   

                     


 Filastrocca già pubblicata sul sito Sfogliando Poesia                             

La leggenda di re Carnevale

  C’era una volta un regno governato da un sovrano chiamato Carnevale dall’indole scherzosa, altruista e molto generosa. Difatti, ogni sud...