Babbo Natale era proprio contento perché i suoi amici Elfi avevano lavorato tanto e, oltre aver costruito i giocattoli richiesti dai bimbi tramite le letterine pervenute, erano riusciti a realizzarne alcuni in più, nel caso fossero giunte nuove lettere all’ultimo momento. Era riconoscente verso i suoi piccoli aiutanti perchè sapeva che senza di loro non sarebbe stato in grado di portare a termine tutte le consegne per il Natale. Quindi, giunta la Santa notte, il buon nonno di tutti i bambini del mondo, caricò sulla slitta i numerosi sacchi contenenti i doni, poi attaccò le sue nove adorate renne: Fulmine, Ballerina, Donnola, Freccia, Cometa, Cupido, Tuono, Saltarello e Rudolph, l’ultima arrivata, che era diventata la capo slitta.
All'improvviso, intravide tra la nebbia una luce. Babbo Natale si avvicinò e vide un edificio con una croce rossa dipinta sul tetto, il colore che amava perché era quello del cuore e anche del suo vestito. Il trambusto che notò attraverso i vetri delle finestre lo incuriosì e, sbirciando con cautela per non farsi scoprire, vide alcune persone vestite di bianco, altro colore a lui molto gradito perché gli ricordava la neve. Dedusse che quello fosse un ospedale e che quelle persone fossero addetti alle cure degli ospiti, forse dottori o forse infermieri. Infatti, si aggiravano con sollecitudine tra i minuscoli lettini portando cure e sorrisi. Osservando meglio, Babbo Natale intravide anche delle culle, in cui dormivano dei piccolissimi bambini, uno accanto all’altro, come dei bellissimi angioletti uniti per farsi compagnia. Sicuramente erano nati da pochissimi giorni, e alcuni di loro piangevano. Il suo istinto da Babbo Natale prese il sopravvento: doveva dar loro i regali del sacco, perché quelle piccole creature neonate sicuramente non potevano aver scritto la letterina. Ma come poteva consegnare dei giocattoli che non erano adatti a dei bimbi così piccini?
Quando tutti gli addetti si allontanarono Babbo Natale entrò e mise un carillon vicino a ogni bambino ponendo una dolce carezza tra riccioli biondi e boccoli scuri. Portato a termine il suo compito uscì soddisfatto e si dileguò con la sua slitta nella notte buia e fredda. Mentre si allontanava, però, la musica nei carillon iniziò a suonare e, con questa dolce ninna nanna, i pianti cessarono e i neonati si addormentarono. Questa soave melodia lo accompagnò per tutto il lungo viaggio verso casa. Babbo Natale era finalmente felice.Dopo una buona cena e un meritato riposo sarebbe stato pronto a iniziare a lavorare per il prossimo Natale.
Tratta dal web e rielaborata dall'autrice del blog.






Bellissima favola,brava Vivì come sempre.
RispondiEliminaOgni regalo a destinazione, quella giusta naturalmente, per rendere felice Babbo Natale, del suo importante lavoro.
RispondiEliminaUn abbraccio cara Vivì
coucou vivi si tu arrive a écrire en francais
RispondiEliminacar je n'y comprend rien a ta langue merci
Bonjour💖mon ami(e)🫶
RispondiEliminaJe passe te souhaiter
Un bon mardi avec la pluie 🎶☁☔Sniff
Ce matin femme de ménage
Et courses
Prend bien soin de toi
❤ Byzz💋ton amie*🐞