English French German Spain Italian Dutch Russian Portuguese Japanese Korean Arabic Chinese Simplified
Quiero esto en mi Blog!

mercoledì 24 gennaio 2024

Marzo e il pastorello

 


 





Sappiamo tutti quanto marzo sia un mese dispettoso e pazzerello e quanto si diverta a prendere in giro l’umanità cambiando improvvisamente umore e illudendola, prima con un cielo turchese e abbagliante di sole e, poco dopo, soffiando nembi minacciosi e rovesciando pioggia sui passanti creduloni e privi di ombrello.

Così nasce la leggenda di marzo e del motivo per cui ora abbia trentuno giorni mentre all’inizio ne aveva trenta.

Una mattina di primavera marzo si aggirava per le strade alla ricerca di qualche malcapitato da prendere in giro e il caso volle che incontrasse un pastorello alla guida del suo gregge di pecore.

«Buongiorno, amico mio. Dimmi, un po’ in quale pascolo hai intenzione di portare i tuoi animali?»

Il giovane pastorello soppesò con uno sguardo critico lo sconosciuto che lo chiamava amico senza averlo mai visto, ma decise di rispondere lo stesso: «Promette di essere una bella giornata, così oggi porto le mie pecore sul monte.»

«Fai molto bene, perché il cielo è sereno e il sole già caldo. Ti auguro una gran bella passeggiata.» Marzo lo salutò, tentando di nascondere il sorriso sornione salito alle sue labbra. Ma il suo tentativo non riuscì del tutto: al pastorello non sfuggì il tono mellifluo e lo strano sorrisetto, che lo insospettirono. Il dubbio che marzo volesse fargli uno scherzetto lo convinsero a cambiare itinerario e, invece che verso il monte, il pastorello si diresse ai pascoli della vallata.

Quella sera marzo fece in modo d’incontrarlo di nuovo e volle sapere com’era andata la sua giornata.

«Bene» rispose il giovane con un gran sorriso: «Sono stato a valle e la giornata era splendida!»

Il volto del dispettoso si oscurò: «Ma come…mi avevi detto che andavi sul monte!» protestò con tono alterato.

Il pastorello fece spallucce: «Ho solo cambiato idea. Al monte ci andrò un’altra volta. Oggi mi sono divertito talmente, che domani tornerò a valle» rispose, domandandosi però perché l’altro se la prendesse tanto.

Marzo ingoiò la rabbia e nascose il suo disappunto: «Oh, bene! Mi fa proprio piacere!» commentò fingendo noncuranza, ma il pastorello percepì una nota stonata e ancora una volta ne indovinò le cattive intenzioni.  L’indomani si diresse a monte, mentre marzo impazzò con furia sulla valle con un diluvio di acqua e vento. «Così impari a mentirmi!» pensò tra sé credendo che il pastorello fosse presente.

Quella sera si incontrarono di nuovo e marzo si aspettava di ritrovare il pastorello stanco e amareggiato per la cattiva giornata, ma non gli parve particolarmente provato e volle indagare.

«Allora, com’è andata? Ti sei divertito oggi a valle?»

«Benissimo! Anche oggi è stata una giornata straordinaria! Il tempo era un incanto a monte.»

«Sei stato al pascolo montano? Ma…mi avevi detto a valle! Mi hai mentito di nuovo!» lo accusò sbraitando marzo.

Il pastorello si tolse il cappellaccio, si grattò la testa e abbozzò un sorriso confuso: «Ehm…sai io sono proprio volubile come il tempo in questa stagione e, da un momento all’altro, cambio spesso idea.»

Sentendosi deriso marzo se ne andò furioso senza nemmeno salutare e rimuginando tra sé quanto fosse difficile fare un dispetto a quel giovane impertinente.

I giorni passarono e si arrivò a fine mese. Ben presto marzo avrebbe dovuto lasciare il passo al mese successivo, ma non smise mai di fantasticare sul modo migliore di infastidire il pastorello. Ma come fare? Quel monello non era affatto stupido e nemmeno credulone! All’improvviso, venne folgorato da un’idea: si sarebbe recato da aprile e gli avrebbe chiesto in prestito un giorno che, per la verità, non avrebbe mai restituito. Naturalmente aprile non doveva saperlo!

Aprile, che era d’indole molto gentile e disponibile concesse il favore al fratellino raccomandandogli però di non eccedere con i suoi cambi improvvisi di umore.

Determinato a portare a termine il suo scherzetto marzo accettò le condizioni, salvo poi fare a modo suo. Chi mai avrebbe potuto impedirglielo?

La mattina seguente incrociò ancora la strada del pastorello che, interdetto, gli domandò: «Sei ancora qui? Ma non avresti dovuto terminare ieri il tuo turno?»

Marzo fece spallucce: «Ho deciso di restare un giorno in più ma tu, dimmi: «Dove hai intenzione di recarti oggi?»

Il pastorello, convinto di poter ingannare ancora quel mese truffaldino rispose candidamente: «Oggi andremo a valle!»

«Bene! Ancora una volta ti auguro una buona giornata!»

Naturalmente, il pastorello si diresse a monte e questa volta sopraggiunse il maltempo. Vento, fulmini e grandine si scatenarono su lui e sul gregge e il giovane fu costretto a cercare con urgenza un riparo, quindi, imprecò contro se stesso, la sua dabbenaggine e l’astuzia dimostrata da marzo, che lui aveva sottovalutato.

La leggenda dei trentun giorni di marzo termina così con un soffio impetuoso di vento accompagnato da un lampo e da un tuono sonoro.

Ricerca effettuata sul web 

immagini dal web 

7 commenti:

  1. ...un brano originale e avvincente, molto apprezzato
    Un abbraccio, cara Vivì

    RispondiElimina
  2. È proprio una bella leggenda che non conoscevo, ti ringrazio per la condivisione e Marzo è proprio pazzerello. Saluti belli.
    sinforosa

    RispondiElimina
  3. Buongiorno Vivì. Che bello rileggere questa fiaba. La ricordo con tanto affetto. Grazie di avercela riproposta. Un forte abbraccio, ciao.

    RispondiElimina
  4. Bellissima anche questa leggenda di marzo dispettoso
    Un caro saluto

    RispondiElimina
  5. Come sempre, cara Vivì, riesci a far stupire non solo i bambini, ma anche gli adulti. Fiaba che si legge tutta d'un fiato e alla fine scappa anche un sorrisetto bonario per il pastorello. Complimenti e buona giornata.
    Alberto De Matteis

    RispondiElimina
  6. Un mese alla volta, senza fretta, o i mesi si travestiranno da altri mesi, e poi ci faranno un bello scherzo.
    grazie per questa condivisione, piacevole come sempre nella lettura ed in quel che ne rimane dopo.
    A.A.

    RispondiElimina

La leggenda di re Carnevale

  C’era una volta un regno governato da un sovrano chiamato Carnevale dall’indole scherzosa, altruista e molto generosa. Difatti, ogni sud...