mercoledì 26 novembre 2025

Il bruco e la formichina (Un po' fiaba e un po' filastrocca)

 

Una formichina a spasso tra l’erbetta

si trovò davanti a una mela rotondetta

caduta da un ramo che ancor traballava

a causa d'uno scoiattolo che vi zampettava.

La formichina scrutò la mela attenta

ed escogitato un piano sorrise assai contenta:

nel formicaio vi erano mille e più formiche,

guerriere o operaie, ma pur sempre amiche.

Certo decise che fosse più opportuno

dividere il peso enorme un po’ per uno

e sfregando le antenne lanciò il suo messaggio,

mentre si accingeva a fare un primo assaggio.

Ma al primo morso e con gran stupore,

scorse dentro al buco un altro assaggiatore.


"L’'ho vista prima io! Lasciala che è mia!"

le intimò l’'estraneo: "Devi andare via!"

La formichina rimasta assai sorpresa,

non mosse un passo per quanto era tesa.

Nota che l'intruso di lei è assai più grande

non solo ha cento zampe, ma il suo corpo espande!


Pensa e ripensa e infine con coraggio

la formichina propose un invito saggio:

"Non ti arrabbiare e non litighiamo!

La mela è enorme, dai, la dividiamo!"

Il bruco sconcertato fece uno scatto:

"Fare a metà? Ma credi che sia matto?

Certo non immagini la grande fatica,

ma ti do un consiglio come fossi un'amica.

Come puoi vedere tra noi c’è differenza

e allora vattene finché ho ancor pazienza!"



Del bullo troppo torva era la faccia,

ma altrettanto chiara la sua minaccia!

La timida formichina si spaventò

e di qualche passo sul ramo arretrò.

Ma mentre rimuginava, e all’improvviso,

un rimbombo di passi le provocò un sorriso.

"Ora tocca a me trattarti un po' d’'amico:

Fermati e dividiamo!" suggerì di nuovo al bruco. 

Il verme si volse e rimase raggelato:

un esercito di formiche lo aveva circondato!

"Oh, perbacco baccone!" esclamò tra sé 

"Ora le difficoltà sono tutte per me!"

Le formiche attesero con le antenne frementi,

e il bruco mollò la mela senza altri commenti.







Filastrocca di Vivì pubblicata sul sito Scrivere dal 14/04/2020

mercoledì 19 novembre 2025

Sogno di Natale

 






Scoppietta il fuoco lì nel camino 

sonnecchia un uomo con il nipotino; 

stanco il monello, più esausto il vecchietto, 

ma quel tesoro stringe forte al petto. 

Dondola il nonno e il bimbo sogna 

flauti,  pive eppur  'na zampogna, 

coro soave e melodia celestiale, 

in cielo la slitta di Babbo Natale. 

Luci, presepe e festose ghirlande, 

addobbi e stelle per un albero grande; 

martella forte il cuoricino nel petto, 

sorride nel sogno e pare un angioletto. 

Sogna il candore dello zucchero a velo, 

farfalle nevose in una notte di gelo, 

un bue, un asinello e un agnellino 

e nella grotta il pianto di un bel bambino.


            



Filastrocca di Vivì pubblicata sul sito Scrivere
ogni diritto è riservato


giovedì 10 luglio 2025

La scimmia e il cuneo (Leggenda indiana)


In una giungla assai lontana dall'Europa viveva un branco di scimmie molto vispe, curiose e giocherellone. Le scimmiette che vivevano esclusivamente sugli alberi passavano il loro tempo a mangiare banane o frutti esotici; saltellare da un ramo all'altro e farsi dispetti l'una con l'altra.                                                                     

Accadde che un giorno nella foresta si espansero degli strani e cupi rintocchi e le scimmiette, molto note anche per la loro eccessiva curiosità, accorsero per verificare da dove provenissero quei rumori ma, soprattutto, chi o cosa li provocasse.

In una radura scoprirono un gruppo di falegnami intenti nella costruzione di un nuovo tempio e per un po' stettero a osservare i lavori dall'alto degli alberi.

Una scimmietta, in particolare, accentrò la sua attenzione su due operai che stavano lavorando, tenendosi in equilibrio su di una trave. I due uomini cercavano di inserire un lungo pezzo di legno all'interno di uno squarcio praticato in un'altra trave, per far sì che il taglio rimanesse aperto.

La scimmietta sembrava attratta dalle manovre dei due lavoratori e approfittò di una loro momentanea assenza per avvicinarsi e ammirare il risultato di tanta fatica.

La scimmietta non resistette all'idea di un nuovo e divertente gioco o, forse, di un dispetto e si mise a tirare, a tirare e a tirare fino a estrarre il cuneo di legno. Non l'avesse mai fatto!

Ormai privo di cuneo il taglio si richiuse in modo repentino e la zampa dell'incauta scimmietta vi rimase intrappolata.

Ahi, che dolore! La poverina iniziò a piangere, urlare e strepitare, sperando nell'aiuto delle compagne. Purtroppo, più si muoveva e più avvertiva dolore e, alla fine, crollò esausta e rassegnata. “Chi me lo ha fatto fare?” si domandò, preoccupata anche dal ritorno dei due operai.

Che questo ti serva da lezione! brontolò l'uomo mentre le liberava la zampa. Non è saggio ficcare il naso negli affari che non ti riguardano e, soprattutto, rovinare ore e ore di lavoro degli altri!

La scimmia si allontanò felice per averla scampata, ma da quel giorno rimase lontana da qualunque cosa strana le capitava davanti.

Questa storia ci insegna che l'eccessiva curiosità a discapito della prudenza ci può portare ad affrontare situazioni molto spiacevoli. Allora è importante non intromettersi, se non è proprio necessario, e rispettare sempre il lavoro e gli spazi degli altri.

           

Leggenda indiana rielaborata da Vivì
Immagini gifanimate.com


sabato 28 giugno 2025

La leggenda della stella marina

 







Centinaia o forse migliaia di anni fa le stelle erano più belle e brillavano molto più intensamente rispetto ai tempi moderni. Le stelle più piccole erano anche molto vanitose e avevano la pretesa di specchiarsi nel mare per potersi ammirare in tutta la loro bellezza e nella luce che emanavano. Così ogni sera si affacciavano sulla terra protendendosi imprudentemente sulle onde e senza badare agli avvertimenti delle stelle più anziane. Il gioco delle stelline era pericoloso ed estenuante perché protratto, a volte, sino al sorgere dell'alba, ma che si rivelava molto, molto soddisfacente per la loro vanità.

                                    

Accadde che una notte il mare in burrasca gonfiò le sue onde fino a schiaffeggiare il cielo colmo di nuvoloni neri e una delle stelline più ardimentose, ormai stremata per la fatica, perse l'equilibrio e precipitò tra i giganteschi cavalloni. Le altre stelline accorsero in suo aiuto ma vennero catturate dalle creste candide dei marosi e trascinate negli abissi marini.

                                                  

           

Quanti pianti e quante urla disperate si propagarono nel silenzio del fondale! Decine di pesci, di molluschi e di crostacei accorsero alle disperate richieste di soccorso, ma nessuno di loro fu in grado di aiutare le stelline a risalire. Però, quelle urla e quelle lacrime impietosirono il sovrano del mare, che trasformò le malcapitate stelline in stelle marine. Le stesse stelle che a volte troviamo sulla battigia delle nostre spiagge, ma solo quelle che sono riuscite a sfuggire alla corrente e che non riescono a risalire per riprendere a splendere in cielo.

                                  


                                                  



Leggenda del web rielaborata da Vivì

Il bruco e la formichina (Un po' fiaba e un po' filastrocca)

  Una formichina a spasso tra l’erbetta si trovò davanti a una mela rotondetta caduta da un ramo che ancor traballava a causa d'uno scoi...