Nell’area del Paradiso riservata ai più piccoli
e sotto lo sguardo attento di Cherubini e Arcangeli, gli angeli minori si
divertivano a rincorrersi, a saltare e a tuffarsi nella candida distesa di
soffici nuvole, che dava proprio l’idea di panna montata.
Ma non era così per Dany, un bambino finito in Paradiso
quando sulla terra aveva appena cinque anni, in seguito a un brutto incidente.
Il piccolo, a causa dei suoi capelli ramati e
inanellati in morbidi boccoli, al suo arrivo era stato subito soprannominato “Riccioli
d'oro” dagli altri angeli grandi e piccini.
L'angioletto, al contrario dei compagni sempre gai
e socievoli, dimostrò sin dall’inizio un carattere chiuso e malinconico.
Riccioli d'oro se ne stava sempre in disparte
sembrando assorto nel guardare i giochi e le rincorse dei compagni tra le
nuvole e le stelle di quello spazio immenso. In realtà l'angioletto era molto
triste e per nulla interessato ai giochi e alle risate dei coetanei e inutilmente
gli altri lo sollecitavano a partecipare alle gare e alle corse sfrenate tra le
nuvole. A ogni richiesta Riccioli d'oro alzava le spalle indifferente e
rifiutava.
Gli altri angioletti si stancarono ben presto di quel suo modo scontroso e rinunciarono a convincerlo, lasciandolo stare.
Gli angeli più grandi osservavano con
preoccupazione il piccolo solitario e per un po’ si limitarono a tenerlo
d'occhio, nella speranza che si ambientasse e cambiasse atteggiamento.
Ma il tempo passava in Paradiso e il piccolo angelo
deperiva sempre di più preso dalla sua malinconia. Fu allora che, temendo il
peggio, i più grandi decisero di andare a chiedere consiglio al Signore di quell’eterea
dimensione.
Il buon Pastore ascoltò con attenzione decidendo
di interrogare lui stesso l'angioletto e, nonostante gli innumerevoli impegni, si
recò nell'area dedicata ai più piccoli.
«Allora, piccino, vuoi raccontarmi perché sei
così triste?»
In quel momento l'angioletto sgranò lo sguardo sull’anziano
dai lunghi capelli e la barba candida e la lunga veste fluttuante, che lo
osservava con una strana espressione stampata sul volto.
Il piccolo si sentì sopraffare dall’emozione e dal timore e i suoi occhi si riempirono di lacrime: «Chi sei tu?» ebbe il coraggio di domandare con tono incerto.
«Davvero non sai chi sono?» domandò l’anziano
che sembrava sorpreso dalla domanda. Riccioli d’oro scrollò la testa e l’anziano
signore gli spiegò: «Io sono il sovrano di questa dimensione e dell’universo
intero ma tu, se vuoi, mi puoi considerare un nonno, anzi, mi puoi chiamare nonno
se lo desideri.»
L’angioletto si prese qualche istante per
studiare quell’austero personaggio dalla voce potente e nello stesso tempo
dolce, quindi annuì.
«Ora posso sapere il motivo di tanta
tristezza?» gli domandò quel nonno.
«Sento
sempre il pianto della mamma e questo mi addolora molto!» cercò di spiegare il
piccolo tra i singhiozzi.
Il buon Pastore guardò con compassione il pargoletto:
«Sai, è naturale che una mamma rimasta sulla terra pianga la scomparsa del suo
figlioletto. Ma se sei d'accordo avrei in mente un'idea per rasserenare un po’
entrambi.»
Riccioli d'oro tirò su col naso e smise di piangere, prestando molta attenzione al candido anziano.
«Ti piacerebbe tornare qualche volta a
consolare la tua mamma?»
Ancora una volta gli occhi del bimbo si sgranarono
colmi di sorpresa e incredulità: «Si può davvero?»
L’anziano sorrise: «Certo che si può! Non
fisicamente perché non sarebbe possibile, ormai sei un angelo, ma nei sogni sì!
Puoi entrare nel sogno della tua mamma e rimanere con lei finché non si
rasserena. Che ne dici?»
Il piccolo angelo si commosse all'idea e con lo
sguardo di nuovo velato di pianto sussurrò: «Mi piacerebbe tanto, nonno!»
«Ebbene, così sarà!» esclamò l'anziano con voce
stentorea, ma ponendo una lieve carezza sulla testolina ricciuta.
Quella notte stessa Riccioli d'oro fece
capolino nel sogno della madre.
Il sonno della povera donna era agitato e la
dormiente si girava e rigirava nel letto lamentandosi come un animaletto
ferito.
«Mamma ...» mormorò l'angioletto per non
spaventarla «Mammina mi senti?»
Appena avvertì la vocina del suo bimbo la donna
tentò di svegliarsi ma lui la trattenne: «No mamma! Rimani addormentata, perché
solo così posso parlare con te.»
Nel sonno la donna annuì e sorridendo rispose: «Sì,
piccolo mio! Ti ho ritrovato finalmente!»
Mamma e bambino rimasero insieme tutta la notte
e la donna strinse sul cuore il suo piccolo tesoro.
«Pensavo di averti perso per sempre!» confessò
al bambino.
«No, mammina, ti sbagli! Tu non mi perderai mai!
Ogni volta che vorrai io volerò nel tuo sogno e ti consolerò!»
La donna strinse ancor di più il suo angioletto:
«Quanto mi sei mancato, bambino mio!»
«Lo so, mamma. Ti sentivo piangere e come te ero
triste anche io. Non voglio che continui a piangere per me!»
«Non posso farne a meno» rispose la mamma «Senza
di te non è più vita!»
«Tornerò! Te lo prometto mamma, tornerò ogni
volta che avrai bisogno di me!»
Confortata dalla presenza del suo piccolo
angelo, quella notte la donna dormì finalmente serena, ma l’alba spuntò presto
e il risveglio era ormai vicino. La madre iniziò a sentire sulla pelle il distacco
dal proprio figlioletto:
«Non lasciarmi! Non andare via!» Furono le
ultime parole che Riccioli d'oro sentì dire dalla madre, quindi, con il cuore
colmo di malinconia dovette tornare in Paradiso.
«Allora, mi racconti com’è andata?» gli domandò
il sovrano seduto sul trono di nuvole.
Il volto dell’angioletto era ancora cupo e il
buon Pastore se ne rammaricò: «Perché quella faccia scura? Non è stata contenta
la mamma di rivederti?»
«Molto contenta…felice!» rispose il piccolo
singhiozzando.
«E allora, perché sei ancora così triste?»
«Perché l’ho lasciata disperata, anche se le ho
promesso che sarei tornato.»
«Vedrai che col tempo si rassegnerà e smetterà
di piangere.» lo rincuorò il Signore.
«No, ti sbagli nonno! La mamma rimarrà triste
per sempre, se non facciamo qualcosa.»
L’espressione dell’anziano si fece
interrogativa, anche se in cuor suo aveva già intuito cosa intendesse il
piccolo angelo.
«Dimmi, cosa potremmo fare io e te per
aiutarla?»
Riccioli d’oro ci pensò un istante e poi rispose:
«Un altro bimbo! La mia mamma ha bisogno del sorriso di un bimbo per
rasserenarsi.»
«Ma la tua mamma non può avere altri bimbi, tu
lo sai! Per avere te ha dovuto fare molte cure e non è stato facile per lei.»
Riccioli d’oro si rattristò e tacque,
riflettendo per un po’ poi il suo volto s’illuminò: «Ma tu sei il Signore dell’universo
e puoi fare un prodigio inviando in dono alla mia mamma un neonato.»
L’anziano si accigliò e prese a carezzare la
sua barba candida con fare pensieroso, poi annuì: «Certo io potrei, ma tu cosa
saresti disposto a fare in cambio?»
L’angioletto diventò tutto rosso per l’imbarazzo:
«Io…io sono piccolo, non sono capace di fare grandi cose.» rispose incerto.
«Uhm…temo che allora…»
«Aspetta» lo interruppe il bimbo «io sono
disposto anche a morire di nuovo e di andare anche…»
«Di andare dove?»
«Di andare nel fuoco. Là dove bruciano in
eterno quelli cattivi cattivi.» terminò in un fiato.
Gli occhi del buon Pastore si sgranarono per la
meraviglia: «Davvero faresti questo per la felicità della tua mamma?»
«Sì, lo farei!» esclamò il piccolo deciso.
L’anziano sorrise e gli pose una carezza sulla
testa ricciuta: «La tua mamma è stata fortunata ad avere un angioletto come te
e sai, non occorrerà che ti getti nelle fiamme. Hai espresso un desiderio e
così sia!»
Dopo alcuni mesi, l’angioletto assisteva alla
nascita del nuovo fratellino e si beava vedendo il sorriso della sua mamma che
stringeva al petto il neonato. Il sole penetrava attraverso i vetri della
finestra e illuminava la tenera scenetta e la testolina del bambino. I riccioli
dorati emanarono bagliori come fossero oro puro.
«Ha gli stessi miei capelli!» mormorò Riccioli
d’oro estasiato e, come se avesse percepito la presenza del fratellino, in quel
momento il piccolo volse lo sguardo su di lui e gli sorrise. La mamma seguì lo
sguardo del neonato e intuì che il suo angioletto era ai piedi del letto.
«Io ti amerò per sempre!» promise al suo
perduto bimbo.
«E io vi sarò sempre accanto e vi proteggerò entrambi!»
promise l’angioletto inviando un bacio a mamma e bambino e, da quel momento,
diventando il loro Angelo Custode.
Favola di Vivì pubblicata sul sito Scrivere
Immagini GifAnimate.com
E' un gran piacere soffermarsi, sulle tue avvincenti e belle fiabe...
RispondiEliminaUn forte abbraccio, cara Vivì, silvia
Grazie Vivi! Che storia commovente e tenera su un angioletto! Ha aiutato sua madre a sopravvivere sulla terra.
RispondiEliminaLo leí en voz baja. Emocionado, lo releí, y en silencio me dejé quedarme.
RispondiElimina.
Una semana feliz
.
Reflexiones y ensoñaciones
.
Hola! un post muy bonito. Besos
RispondiEliminaMolto bella, mi hai commossa !!! Buona settima.
RispondiEliminaUna storia emozionante e dolcissima. Non c'è dolore più grande del perdere un figlio, una sofferenza incolmabile.
RispondiEliminasinforosa
Commovente, come dice Mirtillo.
RispondiEliminaCiao Vivì.
Triste,dolorosa e commovente con finale gioioso.Ciao,Vivì.Lu.
RispondiEliminaCiao Vivì, che bella fiaba ci hai raccontato. Anche da me ho parlato di angeli, quelli che si mischiano agli uomini e li aiutano a vivere meglio.
RispondiEliminaUn abbraccio e buona serata.
Me ha encantado. Besos.
RispondiEliminaUna storia davvero commovente che delizierà grandi e piccini nella lettura. La bontà viene sempre premiata. Sempre brava vivì, un grande abraccio, Grazia!
RispondiEliminaBellissima e commovente storia sull'immenso amore che unisce una mamma ed il suo piccolo mancato improvvisamente.
RispondiEliminaBuon Natale e Buone feste
Storia tenerissima ed emozionante, non la conoscevo! Buona settimana!
RispondiEliminaBuon Natale Vivì.
RispondiEliminaQuanto amore e quanta generosità in questo tuo bellissimo racconto.
RispondiEliminaBuon Natale Vivì, tanti auguri!
Muy bella historia , Te mando un abrazo y te deseo una feliz navidad para ti y tu familia.
RispondiEliminamolto brava. delizioso e piacevolissimo racconto natalizio.
RispondiEliminabuon giorno e serene festività
Ma che bella questa favola Vivi! Mi sono commossa tanto.
RispondiEliminaVolevo farti gli auguri di un sereno e felice Natale, abbraccio enorme. Ciao.
Che bella fiaba, davvero un bellissimo racconto. Complimenti. Auguroni e serene feste a te. Stefania
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