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lunedì 13 dicembre 2021

Riccioli d'oro

 


Nell’area del Paradiso riservata ai più piccoli e sotto lo sguardo attento di Cherubini e Arcangeli, gli angeli minori si divertivano a rincorrersi, a saltare e a tuffarsi nella candida distesa di soffici nuvole, che dava proprio l’idea di panna montata.  

Ma non era così per Dany, un bambino finito in Paradiso quando sulla terra aveva appena cinque anni, in seguito a un brutto incidente.

Il piccolo, a causa dei suoi capelli ramati e inanellati in morbidi boccoli, al suo arrivo era stato subito soprannominato “Riccioli d'oro” dagli altri angeli grandi e piccini.

L'angioletto, al contrario dei compagni sempre gai e socievoli, dimostrò sin dall’inizio un carattere chiuso e malinconico.

Riccioli d'oro se ne stava sempre in disparte sembrando assorto nel guardare i giochi e le rincorse dei compagni tra le nuvole e le stelle di quello spazio immenso. In realtà l'angioletto era molto triste e per nulla interessato ai giochi e alle risate dei coetanei e inutilmente gli altri lo sollecitavano a partecipare alle gare e alle corse sfrenate tra le nuvole. A ogni richiesta Riccioli d'oro alzava le spalle indifferente e rifiutava.

Gli altri angioletti si stancarono ben presto di quel suo modo scontroso e rinunciarono a convincerlo, lasciandolo stare.

Gli angeli più grandi osservavano con preoccupazione il piccolo solitario e per un po’ si limitarono a tenerlo d'occhio, nella speranza che si ambientasse e cambiasse atteggiamento.

Ma il tempo passava in Paradiso e il piccolo angelo deperiva sempre di più preso dalla sua malinconia. Fu allora che, temendo il peggio, i più grandi decisero di andare a chiedere consiglio al Signore di quell’eterea dimensione.

Il buon Pastore ascoltò con attenzione decidendo di interrogare lui stesso l'angioletto e, nonostante gli innumerevoli impegni, si recò nell'area dedicata ai più piccoli.

«Allora, piccino, vuoi raccontarmi perché sei così triste?»

In quel momento l'angioletto sgranò lo sguardo sull’anziano dai lunghi capelli e la barba candida e la lunga veste fluttuante, che lo osservava con una strana espressione stampata sul volto.

Il piccolo si sentì sopraffare dall’emozione e dal timore e i suoi occhi si riempirono di lacrime: «Chi sei tu?» ebbe il coraggio di domandare con tono incerto.

«Davvero non sai chi sono?» domandò l’anziano che sembrava sorpreso dalla domanda. Riccioli d’oro scrollò la testa e l’anziano signore gli spiegò: «Io sono il sovrano di questa dimensione e dell’universo intero ma tu, se vuoi, mi puoi considerare un nonno, anzi, mi puoi chiamare nonno se lo desideri.»

L’angioletto si prese qualche istante per studiare quell’austero personaggio dalla voce potente e nello stesso tempo dolce, quindi annuì.

«Ora posso sapere il motivo di tanta tristezza?» gli domandò quel nonno.  

 «Sento sempre il pianto della mamma e questo mi addolora molto!» cercò di spiegare il piccolo tra i singhiozzi.

Il buon Pastore guardò con compassione il pargoletto: «Sai, è naturale che una mamma rimasta sulla terra pianga la scomparsa del suo figlioletto. Ma se sei d'accordo avrei in mente un'idea per rasserenare un po’ entrambi.»

 Riccioli d'oro tirò su col naso e smise di piangere, prestando molta attenzione al candido anziano.

«Ti piacerebbe tornare qualche volta a consolare la tua mamma?»

Ancora una volta gli occhi del bimbo si sgranarono colmi di sorpresa e incredulità: «Si può davvero?»


L’anziano sorrise: «Certo che si può! Non fisicamente perché non sarebbe possibile, ormai sei un angelo, ma nei sogni sì! Puoi entrare nel sogno della tua mamma e rimanere con lei finché non si rasserena. Che ne dici?»

Il piccolo angelo si commosse all'idea e con lo sguardo di nuovo velato di pianto sussurrò: «Mi piacerebbe tanto, nonno!»

«Ebbene, così sarà!» esclamò l'anziano con voce stentorea, ma ponendo una lieve carezza sulla testolina ricciuta.

Quella notte stessa Riccioli d'oro fece capolino nel sogno della madre.

Il sonno della povera donna era agitato e la dormiente si girava e rigirava nel letto lamentandosi come un animaletto ferito.

«Mamma ...» mormorò l'angioletto per non spaventarla «Mammina mi senti?»

Appena avvertì la vocina del suo bimbo la donna tentò di svegliarsi ma lui la trattenne: «No mamma! Rimani addormentata, perché solo così posso parlare con te.»

Nel sonno la donna annuì e sorridendo rispose: «Sì, piccolo mio! Ti ho ritrovato finalmente!»

Mamma e bambino rimasero insieme tutta la notte e la donna strinse sul cuore il suo piccolo tesoro.

«Pensavo di averti perso per sempre!» confessò al bambino.

«No, mammina, ti sbagli! Tu non mi perderai mai! Ogni volta che vorrai io volerò nel tuo sogno e ti consolerò!»

La donna strinse ancor di più il suo angioletto: «Quanto mi sei mancato, bambino mio!»

«Lo so, mamma. Ti sentivo piangere e come te ero triste anche io. Non voglio che continui a piangere per me!»

«Non posso farne a meno» rispose la mamma «Senza di te non è più vita!»

«Tornerò! Te lo prometto mamma, tornerò ogni volta che avrai bisogno di me!»

Confortata dalla presenza del suo piccolo angelo, quella notte la donna dormì finalmente serena, ma l’alba spuntò presto e il risveglio era ormai vicino. La madre iniziò a sentire sulla pelle il distacco dal proprio figlioletto:

«Non lasciarmi! Non andare via!» Furono le ultime parole che Riccioli d'oro sentì dire dalla madre, quindi, con il cuore colmo di malinconia dovette tornare in Paradiso.

«Allora, mi racconti com’è andata?» gli domandò il sovrano seduto sul trono di nuvole.


Il volto dell’angioletto era ancora cupo e il buon Pastore se ne rammaricò: «Perché quella faccia scura? Non è stata contenta la mamma di rivederti?»

«Molto contenta…felice!» rispose il piccolo singhiozzando.

«E allora, perché sei ancora così triste?»

«Perché l’ho lasciata disperata, anche se le ho promesso che sarei tornato.»

«Vedrai che col tempo si rassegnerà e smetterà di piangere.» lo rincuorò il Signore.

«No, ti sbagli nonno! La mamma rimarrà triste per sempre, se non facciamo qualcosa.»

L’espressione dell’anziano si fece interrogativa, anche se in cuor suo aveva già intuito cosa intendesse il piccolo angelo.

«Dimmi, cosa potremmo fare io e te per aiutarla?»

Riccioli d’oro ci pensò un istante e poi rispose: «Un altro bimbo! La mia mamma ha bisogno del sorriso di un bimbo per rasserenarsi.»


«Ma la tua mamma non può avere altri bimbi, tu lo sai! Per avere te ha dovuto fare molte cure e non è stato facile per lei.»

Riccioli d’oro si rattristò e tacque, riflettendo per un po’ poi il suo volto s’illuminò: «Ma tu sei il Signore dell’universo e puoi fare un prodigio inviando in dono alla mia mamma un neonato.»

L’anziano si accigliò e prese a carezzare la sua barba candida con fare pensieroso, poi annuì: «Certo io potrei, ma tu cosa saresti disposto a fare in cambio?»

L’angioletto diventò tutto rosso per l’imbarazzo: «Io…io sono piccolo, non sono capace di fare grandi cose.» rispose incerto.

«Uhm…temo che allora…»

«Aspetta» lo interruppe il bimbo «io sono disposto anche a morire di nuovo e di andare anche…»

«Di andare dove?»

«Di andare nel fuoco. Là dove bruciano in eterno quelli cattivi cattivi.» terminò in un fiato.

Gli occhi del buon Pastore si sgranarono per la meraviglia: «Davvero faresti questo per la felicità della tua mamma?»

«Sì, lo farei!» esclamò il piccolo deciso.

L’anziano sorrise e gli pose una carezza sulla testa ricciuta: «La tua mamma è stata fortunata ad avere un angioletto come te e sai, non occorrerà che ti getti nelle fiamme. Hai espresso un desiderio e così sia!»



Dopo alcuni mesi, l’angioletto assisteva alla nascita del nuovo fratellino e si beava vedendo il sorriso della sua mamma che stringeva al petto il neonato. Il sole penetrava attraverso i vetri della finestra e illuminava la tenera scenetta e la testolina del bambino. I riccioli dorati emanarono bagliori come fossero oro puro.

«Ha gli stessi miei capelli!» mormorò Riccioli d’oro estasiato e, come se avesse percepito la presenza del fratellino, in quel momento il piccolo volse lo sguardo su di lui e gli sorrise. La mamma seguì lo sguardo del neonato e intuì che il suo angioletto era ai piedi del letto.

«Io ti amerò per sempre!» promise al suo perduto bimbo.

«E io vi sarò sempre accanto e vi proteggerò entrambi!» promise l’angioletto inviando un bacio a mamma e bambino e, da quel momento, diventando il loro Angelo Custode.

                                      

        


Favola di Vivì pubblicata sul sito Scrivere

Immagini GifAnimate.com

 

 

Pubblicata ai sensi delle Legge 22 aprile 1941 n.633, Capo IV, Sezione II e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore. 


19 commenti:

  1. E' un gran piacere soffermarsi, sulle tue avvincenti e belle fiabe...
    Un forte abbraccio, cara Vivì, silvia

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  2. Grazie Vivi! Che storia commovente e tenera su un angioletto! Ha aiutato sua madre a sopravvivere sulla terra.

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  3. Lo leí en voz baja. Emocionado, lo releí, y en silencio me dejé quedarme.
    .
    Una semana feliz
    .
    Reflexiones y ensoñaciones
    .

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  4. Molto bella, mi hai commossa !!! Buona settima.

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  5. Una storia emozionante e dolcissima. Non c'è dolore più grande del perdere un figlio, una sofferenza incolmabile.
    sinforosa

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  6. Commovente, come dice Mirtillo.
    Ciao Vivì.

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  7. Triste,dolorosa e commovente con finale gioioso.Ciao,Vivì.Lu.

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  8. Ciao Vivì, che bella fiaba ci hai raccontato. Anche da me ho parlato di angeli, quelli che si mischiano agli uomini e li aiutano a vivere meglio.
    Un abbraccio e buona serata.

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  9. Una storia davvero commovente che delizierà grandi e piccini nella lettura. La bontà viene sempre premiata. Sempre brava vivì, un grande abraccio, Grazia!

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  10. Bellissima e commovente storia sull'immenso amore che unisce una mamma ed il suo piccolo mancato improvvisamente.
    Buon Natale e Buone feste

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  11. Storia tenerissima ed emozionante, non la conoscevo! Buona settimana!

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  12. Quanto amore e quanta generosità in questo tuo bellissimo racconto.
    Buon Natale Vivì, tanti auguri!

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  13. Muy bella historia , Te mando un abrazo y te deseo una feliz navidad para ti y tu familia.

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  14. molto brava. delizioso e piacevolissimo racconto natalizio.
    buon giorno e serene festività

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  15. Ma che bella questa favola Vivi! Mi sono commossa tanto.
    Volevo farti gli auguri di un sereno e felice Natale, abbraccio enorme. Ciao.

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  16. Che bella fiaba, davvero un bellissimo racconto. Complimenti. Auguroni e serene feste a te. Stefania

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