Soave
s’appresta, creatura alata
regina
silvestre e del dove incantato
dal
canto ammaliante
ancor
più di sirene,
portatrice
e custode di luce e di bene,
Custodir
‘na lanterna come fosse tesoro
assolta
come missione e non come lavoro,
con
mille lucciole a farle da compagnia,
intermittenti e briose a illuminarle la via.
Quando
sorge la luna, ch’ bella come nessuna,
e
riflette laggiù, nella verde laguna
la
fata prepara l’arcano rituale,
movenze
magiche come fosse vestale.
Nel
cerchio di pietre sono alte le fiamme,
le
lucciole splendono pari preziose gemme,
il
bosco si desta dal suo disincanto
prigioniero
di luce e di quel magico canto.
I
rami e le fronde le rendono omaggio
chinando
le chiome al suo passaggio
i
fiori schiudono le delicate corolle,
argentino
fruscio di acque vien dalla polla.
In
ascolto è la fata ed è molto attenta,
a
coglier nell'aria di cucciolo il pianto,
e
seppur sarà flebile il primo vagito
è
pronta una lucciola a lui già destinata.
Scrutano
gli insetti in alto nel cielo,
laddove
le stelle stendono mitico velo
pronte
a far luce al cucciolo nato
ch'è da quel momento sarà vieppiù illuminato.
Cipria
lunare e profumo di stelle,
intermittenti
le lucciole sono sempre più belle
e sorridono
ai bimbi di tutto il mondo
con loro pronte a fare un girotondo.
Filastrocca pubblicata sul sito Scrivere dal 28/06/2010
Uno splendido brano, denso di immagini intense e surreali, per la gioia di lettori piccoli e grandi.
RispondiEliminaPoesia apprezzatissima.
Buona serata e un sorriso, carissima Vivì, silvia