s’espande
l’eco del gallo che canta
e forse
per lavoro o per diporto
che il
contadino si reca nell'orto.
Prende la
vanga, la zappa e il rastrello
e se il
sole picchia mette un cappello,
con
tanta energia inizia a zappare
Passeranno
i giorni e ci vorrà tempo,
guardando
il cielo, se grandina non c'è scampo,
ma se
quel tempo sarà condiscendente
spargerà il
sole e pioggia bene augurante.
Quando
arriverà il giorno, tra solchi e zolle
coglierà zucchine,
patate e cipolle,
frutta
dagli alberi, dolce e matura
esito di
tanta fatica e dono della natura.
Que bella canción y cuanta ternura derramas en letras. Saludos. Un placer leerte.
RispondiEliminaBellissima come tutte le altre!Buona giornata Olga
RispondiEliminaUna vita faticosa, quella del contadino, sempre alle prese con campi da gestire e metereologia da tenere sott'occhio....
RispondiEliminaOriginalissima e apprezzata lirica.
Buon giovedì e un forte abbraccio, cara Vivì,silvia
Chi riesce e può coltivare ha il mio forte apprezzamento.
RispondiEliminaBellissima cara Vivì. Ti abbraccio.
Una filastrocca che incede armoniosa a scandire la fatica del contadino e, nel contempo, a tenere d'occhio gli elementi della natura per ottenere un buon raccolto. Anche questa, un'altra perla da aggiungere al tuo prezioso scrigno Vivì. Buona giornata con un abbraccio da Grazia.
RispondiEliminaBellissima Vivì, una vera ode alla natura e alle nostre coltivazioni.
RispondiEliminaUn abbraccio e buona serata.
Una poesia incantevole, che profuma di fiaba e di antico.
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