Din, don,
dan,
così suona una campana,
molto intonata seppur
lontana
e da quell’eco, che par
suo gemello,
torna ripetuto come fosse
ritornello.
Din, don, dan, ripete
ancora
ben scandendo il tempo e
pure l’ora
e da quei colli arriva a
valle
senza fare pausa né
intervallo.
Din, don, dan risponde in
tutta fretta
la campanella di una
chiesetta
che, seppure priva di un
campanile
l’argentina voce vuol far
sentire.
Dodici i rintocchi di
mezzogiorno,
che gai risuonano allietando
i dintorni,
mentre i dodici di
mezzanotte
sono più pacati nel dar la
buonanotte
ma se un concerto risuona
nella testa
è giunto per tutti un dì
di festa!
Filastrocca pubblicata sul sito Scrivere
Tutti gli scampanellii gai della nostra vita. Ti abbraccio e buona giornata Vivì. Ciao.
RispondiEliminaIl suono delle campane ha sempre attirato la nostra attenzione, qualunque sia la tonalità intonata...
RispondiEliminaVersi belli, buon giovedì e un abbraccio, carissima,silvia
Bellissimo il suono delle campane fa sentire il cuore in festa. Ma ci sono anche rintocchi che, invece, portano tristezza quando vogliono salutare qualcuno che lascia questa terra. Ma è sempre bello il loro suono e, qui, è verseggiato egregiamente, con la dovuta armonia che è stile della poetessa. Una poesia apprezzata nel contenuto e nella forma presentata, complimenti Vivi^ un saluto affettuoso da Grazia.
RispondiEliminaBuongiorno ! La tua poesia è molto carina e la leggo volentieri perchè mi riporta agli anni del lavoro , a scuola. Saluti.
RispondiEliminaNoi viviamo di fronte alla cattedrale della città, quindi le campane sono il nostro pane quotidiano.
RispondiEliminaBello associarne il suono ad una filastrocca!
Buona sera, Vivi, que tal, como estas! molto carina, divertente poesia, adoro le campane perche sono vestigia della cultura antica. Risvegliano in me emozioni... sono evocative e attirano angeli!
RispondiEliminaBaci fino a Genova 👼🐰🌟☀️🌸🌼