“Venite con me a Zonzo?” chiese la fata Luna ai
tre ragazzini che la guardavano con aria incredula. Nessuno dei tre aveva mai
avuto modo d’incontrare una creatura magica e quella che avevano davanti, era
addirittura incantevole, sia nell'aspetto che nei modi
Luna molto giovane; avrà avuto all'incirca 14
anni, ed era al suo primo incarico per cui doveva acquisire ancora esperienza.
Aveva comunque accettato il compito con un entusiasmo tale, da far sorridere le
fate più anziane del Gran Consiglio.
La fatina a sua volta sorrise intenerita davanti
agli occhi innocenti, azzurri e verdi sgranati con meraviglia su lei.
«Ma tu chi sei e come ti chiami?» domandò il più
grande dei ragazzini.
«Mi chiamo Luna e sono stata incaricata di
accompagnare i bambini più meritevoli nel paese dei Gran Balocchi. Voi non
siete mai stati a Zonzo, vero?»
«I bambini meritevoli? Cosa vuol dire?» chiese allora
il ragazzino un po’ più piccolo.
«I bambini meritevoli sono quelli che studiano,
che non fanno capricci e che ubbidiscono ai
genitori. Solo i bimbi più buoni possono varcare i cancelli di Zonzo. Ora, per
sapere se voi meritate di entrare nella cittadella dei balocchi devo farvi
qualche domanda. Tu che sei il più grande, come ti chiami?»
«Io sono Andrea, lui è il mio fratellino Alessio e
lei è la piccolina della famiglia, la mia sorellina Sara.»
«Bene! Alessio, Andrea, Sara, voi siete bambini
ubbidienti?»
«Abbastanza, fatina!» risposero in coro.
«Siete bravi a scuola?»
«Abbastanza fatina!»
«Siete bambini capricciosi?»
«Non molto fatina!»
«Bene! Allora vi posso accompagnare ai cancelli di
Zonzo. Ma ricordate, solo se mi avete detto la verità i cancelli si
spalancheranno e vi permetteranno di entrare.»
I tre piccoli saltellarono per la gioia.
«Vi devo però avvertire di fare attenzione! Appena
oltre i cancelli ci sono i folletti guardiani che sanno essere molto dispettosi
e cercheranno di impedirvi l’ingresso nel paese dei balocchi.»
Andrea e Alessio fecero spallucce e Sara mise la
sua manina in quella del fratello più grande poi, tutti insieme, si misero in
cammino per Zonzo.
Non ci misero molto ad arrivare e l’attesa davanti
ai cancelli fu snervante. La paura che i battenti non si spalancassero era
tanta ma, dopo qualche secondo il cancello si aprì lasciando intravedere un
paesaggio da favola.
Il panorama era davvero fantastico. Il cielo sembrava
essere il dipinto di un libro di fantasia. Vi erano alcuni ponti iridati che lo
attraversavano da parte a parte e, sopra gli arcobaleni, passeggiavano
tranquillamente alcuni bambini.
«Com’è
possibile?» domandò Andrea.
«Stiamo sognando!» mormorò Alessio.
«È bellissimo!» riuscì a dire Sara.
La fatina sorrise: «Nel mondo magico di Zonzo è
tutto possibile!»
«Possiamo salire anche noi su di un arcobaleno?»
domandarono quasi in coro e fata Luna li prese per mano accompagnandoli all’inizio
di un sentiero iridato.
Con quanto timore posarono i loro piedi su quel
tracciato trasparente e colorato, ma poi la curiosità vinse ogni paura e i tre
ragazzini seguirono la loro guida.
Camminarono sfiorando le nuvole candide e soffici
come batuffoli di ovatta, da cui partivano giganteschi scivoli a spirale che si
tuffavano a loro volta nelle acque azzurre e limpidissime di enormi piscine. Da
lì poi partivano percorsi acquatici con toboga di cristallo che cadevano a capofitto
in cascate d’acqua spettacolari.
Da lassù videro giostre di ogni tipo e giochi,
giochi a non finire, fin dove la loro visuale poteva spaziare. Nel cielo
azzurrissimo esplodevano, rintronando, fuochi d’artificio multicolori e
migliaia di bandierine garrivano al vento, stese su fili argentei chilometrici,
tra una torre di un castello incantato all'altro.
Il parco divertimenti era assai affollato da
bambini di tutte le età, che sembravano felicissimi. L'attenzione di Andrea ed
Alessio, a un certo punto, fu attratta da un aquilone gigantesco alla cui coda,
stavano appesi attaccati gli uni agli altri, volando e ridendo cinque bambini.
Era una scena surreale ed Andrea si chiese se fossero
davvero bambini o semplici fantocci quelli appesi.
Accortosi della sua incertezza la fatina gli sorrise
e ammiccando gli disse: «Se vuoi, più tardi puoi provare anche tu. Ma ora,
bambini, dovete dare prova di abilità se volete raggiungere quei bambini nelle
zone dei balocchi. Però, visto che Sara è molto piccolina, sarebbe meglio se
stesse in braccio a me, mentre voi affronterete il percorso» terminò.
«Ecco
vedete? Proprio qui davanti a voi c'è questo percorso obbligato, costruito
tutto in gommapiuma. Per prima cosa dovete salire su quella ruota che gira in
orizzontale, poi saltare su quella lunga trave altalenante, per cercare di
atterrare su quei gradoni giganti e, infine, dovete affrontare quella parete
attrezzata con i martelli di gommapiuma. Al di sotto di voi, come potete vedere
c'è la piscina, ma state tranquilli, se per sfortuna cadeste, i folletti
bagnini sarebbero pronti ad aiutarvi. Solo se riuscirete ad oltrepassare tutti
gli ostacoli conquisterete il diritto di diventare cittadini del fantastico
paese dei Gran Balocchi, ed entrarvi quando vi pare. Ora dovete scegliere se
cercare di passare uno alla volta, o se invece preferite affrontare il percorso
insieme.»
«Il mio fratellino è ancora piccolo, fatina! Da
solo non ce la farà mai! Devo aiutarlo io, per cui affronteremo il percorso
insieme.» disse decisamente Andrea.
«Va bene! Ma ricordate, nel caso cadeste in acqua,
dovrete ritornare indietro e ricominciare dalla ruota.»
I ragazzini annuirono.
«Troverete alcuni folletti dispettosi ad
aspettarvi alla fine del percorso e pronti a impedirvi di raggiungere la vostra
meta. Siete pronti?»
«Sì, fata Luna.» risposero entrambi.
«Vieni da me, piccola Sara! E voi, un ultimo
consiglio prima di andare. Il percorso non è difficile da superare, dovete solo
saltare sull'altro ostacolo nel momento giusto.»
I due ragazzini salutarono la loro sorellina,
quindi si presero per mano avviandosi alla ruota orizzontale.
Non fu difficile saltare dalla ruota alla
gigantesca trave altalenante. L’asse era abbastanza larga da permettere ai due di
camminare affiancati, cercando di non perdere l’equilibrio. Durante tutto il
percorso Andrea non lasciò mai la mano del fratellino dimostrando una maturità
e un istinto di protezione molto spiccati verso il fratello minore.
Quando furono al centro della trave, la fatina ordinò
loro di fermarsi e loro eseguirono. La trave s’inclinò lentamente e scese fino
a tornare in orizzontale, permettendo così ai due ragazzini di arrivare
agevolmente ai due gradoni in movimento alternato. Ben presto superarono anche quell'ostacolo, quindi affrontarono la parete martellante.
Alessio ebbe un attimo di esitazione e sgranò gli
occhi sconcertato confessando i suoi timori al fratello maggiore che lo
incoraggiò:
«Dai Alessio, forza! Vedrai con l'aiuto della
fatina ce la faremo!»
In quel momento fata Luna fece sentire la sua voce:
«Ora attenzione ragazzi! Questo è l'ostacolo più
difficile, ma non impossibile! Pronti? Vai Alessio e abbassa la testa!»
Il ragazzino si lanciò al segnale della fatina, ed
atterrò felicemente alla base della parete abbassandosi e facendosi piccolo. La
paura di cadere in acqua era tanta, ma per fortuna tutti e due i ragazzi riuscirono
a superare il percorso al primo tentativo. Quando arrivarono alla fine
esultarono, battendo il cinque tra loro e con la fatina accorsa a complimentarsi:
«Bravi ragazzi! Ce l'avete fatta! Ma non avevo
dubbi. Ora riposatevi poiché dovrete superare ancora alcune prove a sorpresa. I
folletti dispettosi vi aspettano per cercare di rimandarvi indietro. Secondo
loro sono sempre troppi i bambini che entrano a Zonzo.»
Dopo poco infatti, comparve davanti a loro un
folletto che sghignazzava sfregandosi le mani e canzonandoli:
«Eh eh! Come sono contento! Non ce la farete mai!
Ho preparato per voi un trabocchetto insuperabile! Venite bambini, venite!» terminò,
indicando con un dito la piscina. In quel momento l’acqua turchese e
trasparente iniziò a ribollire e, in modo graduale, si formarono delle onde
spaventose.
La fatina si accorse del terrore che s’impadronì
dei due ragazzini e gli corse accanto per rassicurarli.
«Non abbiate timore, ragazzi! Supereremo insieme
questo ostacolo, divertendoci. Vedrete, sarà come andare sulle montagne russe!
Non ci siete mai stati? No? Allora dovete provare! Venite con me!»
E con un frullio leggiadro delle sue ali, fece
apparire una simpaticissima coppia di delfini, sul cui dorso erano sistemate
delle selle, proprio come quelle dei cavalli.
I delfini sembrarono felici di vedere i due
ragazzini, tanto, che si misero a fare salti mortali in aria ricadendo in acqua
con tuffi strabilianti e giocosi. I due ragazzi si affrettarono a salire sul
loro dorso, tenendosi alle briglie dorate che pendevano dal collo dei simpatici
cetacei. In quel momento ebbe inizio una cavalcata e una corsa a cavallo delle
onde, che i due ragazzini avrebbero ricordato per sempre. I due delfini saltavano
i marosi con abilità, ma facendo attenzione che i piccoli a loro affidati dalla
fata luna si divertissero, senza fargli bere nemmeno un po' d'acqua della
piscina.
I due fratellini, dopo i primi attimi d’incertezza,
iniziarono a divertirsi e a ridere a crepapelle.
Anche la piccola Sara si divertiva in braccio alla
fatina, che svolazzava un po’ qua e un po’ là, ben attenta ai due ragazzi.
Ma come tutte le cose belle e divertenti, anche
quella gioiosa cavalcata terminò, e i bambini salutarono affettuosamente le
loro cavalcature marine.
La pausa che la fatina concesse loro durò ben poco
perché in attesa c’era già un secondo folletto dall'aspetto molto più grintoso
del primo, che se ne stava in un angolo, deluso e amareggiato per il fallimento
subito.
All'improvviso, si materializzò, davanti ai loro
occhi, un labirinto acquatico e il folletto esultò davanti all'evidente sconcerto dei fratellini. Ma ancora una volta la fatina cercò d’incoraggiarli
con il suo sorriso e sospingendoli delicatamente.
Eppure, questa volta, anche lei rimase sconcertata.
Difatti alla prima svolta netta della parete acquatica, si trovarono davanti
dei terribili guardiani. Il folletto aveva messo di sentinella dei granchi
giganti e neri astici titanici.
I bambini si bloccarono terrorizzati e in quel momento
la fatina intervenne decisa:
«Ora basta! Avete proprio superato ogni limite!
Non permetterò che continuate con questi sporchi giochetti! Non era nei patti
che spaventaste i bambini in questo modo!» esclamò e con un altro frullio
magico delle diafane ali, fece apparire lo spara bolle gigante. Davanti agli
occhi dei folletti si andò a formare una bolla iridescente.
«Soffiate bambini, soffiate!» esortò fata Luna quindi,
quando la bolla fu abbastanza grande da contenerli, sospinse tutti e tre i bambini all'interno.
Nello stesso momento si levò una brezza gentile
che prese delicatamente la bolla, iniziò a sospingerla sempre più in alto. I
tre ragazzini si tranquillizzarono e risero felicemente; il mondo dei balocchi
si estendeva ora meravigliosamente sotto di loro.
Furono trasportati nella bolla iridescente, in un
mondo fantastico, fantasmagorico e cominciarono così un viaggio di sogno nel
paese di Zonzo sulle ali della fantasia.
Considerato che si erano guadagnati a fatica il
diritto di varcarne i cancelli, ci tornarono, e senza più venire ostacolati dai
folletti dispettosi, ogni volta che
socchiudendo gli occhi immaginavano il paese dei balocchi.
Una preziosa creatività poetica, che lascia scaturire, brani per fanciulli, deliziosi.
RispondiEliminaSerena domenica, cara Vivì, e un forte abbraccio,silvia