Tiki Tiki, il cucciolo di foca
La
piccola foca era nata in cattività ed era stato un evento che aveva suscitato
scalpore nel circo dove aveva visto la luce. Sul giornale locale era stato
indetto un concorso per dare un nome alla neonata
a cui avevano partecipato tanti bambini con buffi suggerimenti e infine si era
deciso di chiamarla Tiki Tiki.
La neonata era davvero carina e si era subito
conquistata le simpatie e le attenzioni dei visitatori del circo.
All'inizio
tutto era stato facile per lei, ogni addetto se ne prendeva cura cercando di
farla divertire mentre le insegnavano piccoli
esercizi di equilibrismo con ottimi risultati, considerato che Tiki Tiki memorizzava tutto ciò che considerava come un gioco nuovo.
La piccola cresceva vivace e allegra, come i cuccioli di tutte le specie.
Purtroppo, fu proprio questa sua vivacità a metterla nei guai.
Quel giorno giocava a nascondino con dei piccoli amici. Nessuno
seppe come accadde, ma in un momento di confusione, la piccola Tiki Tiki si
ritrovò in un luogo sconosciuto e quando si rese conto di essere rimasta sola
intuì che qualcosa non andava.
Ignara del pericolo, si mise alla ricerca dei compagni lanciando
richiami. che rimanevano senza risposta. Allora iniziò a disperarsi.
L’uomo che raccolse le sue urla si rese subito conto che la
piccola foca si era allontanata dal circo situato a poca distanza, ma non pensò
affatto di riportarla allo zoo, anzi, forse la vendita di quel cucciolo avrebbe
potuto fruttargli un bel gruzzolo.
Così, afferrata in malo modo la piccola, l’uomo si recò da un
amico che gestiva un negozio per animali.
Tiki Tiki era disperata ma appena entrati si guardò attorno. L’odore
che si respirava all’interno era nauseabondo e intorno non si vedevano altro
che gabbie. Le
più grandi erano occupate da cuccioli di cani e gatti dall’aspetto emaciato e
dagli atteggiamenti tristi.
Ma
era dal retrobottega che si udivano i lamenti più strazianti. Dopo essersi
messi d’accordo sul prezzo il titolare rinchiuse Tiki Tiki in una delle gabbie,
quindi si diresse nel retro.
L'attenzione
della fochetta fu subito catturata da un movimento improvviso nella gabbia
vicina. al cui interno vi era un altro piccolo prigioniero.
«Ehi,
ciao! Come ti chiami?» domandò d’istinto.
«Mi
chiamo Ping-pong e sono un cucciolo di cane! E tu chi sei?»
«Mi
chiamo Tiki Tiki. Sono una foca e vengo da un circo!»
«Vieni
da un cilco!»
Tiki
Tiki sorrise. Quel cagnetto parlava in modo strano.
Ping-pong
se ne accorse e si risentì:
«Io
sono un chow chow e sono cinesino! Pallo ploplio così! Ma ascoltami plego! Sono
due giolni che sono pligionielo in questo posto e gli uomini cattivi mi hanno
detto che il plossimo ad andale là dentlo salò io.
Ma io ho tanta paula! Pelciò vollei scappale. Mi aiutelai?»
«Là
dentro dove?»
«Dietlo
quella polta succedono cose tellibili e io non ci voglio andale. Allola mi
aiutelai?»
L’espressione
terrorizzata del cagnolino la colpì.
«Certo
che ti aiuterò!» gli rispose, anche se, essendo lei stessa prigioniera, non
capiva in che modo poteva essere d’aiuto.
Dal
retro qualcuno iniziò a lanciare lamenti strazianti e il pensiero della fuga
prese consistenza tra i suoi pensieri.
Innanzitutto,
occorreva liberarsi e uscire dalla gabbia.
Una
manovra che non fu affatto difficile per una fochetta addestrata. Tiki Tiki riuscì
a liberarsi armeggiando con il suo musetto sul paletto che la teneva chiusa. In
pochi secondi era all’esterno e poco dopo anche Ping-pong era libero.
I
due non ebbero il tempo di rallegrarsi perché le gabbie intorno erano occupate
da tanti altri piccoli prigionieri che si lamentavano, provocando un fracasso
infernale.
Aiutata
dal nuovo amico, Tiki Tiki in pochi minuti liberò tutti gli altri. Felici, i
piccoli si misero a saltare e a rincorrersi e la fochetta non fece in tempo ad
avvertirli di fare silenzio.
Il
cigolio sinistro della porta del retrobottega costrinse tutti a cercare un
riparo nei punti più nascosti del locale.
La
piccola foca cercò disperatamente qualcosa da usare per difendere lei stessa e
gli altri dall’uomo che era entrato e aveva iniziato a minacciare i cuccioli
tremanti dal terrore.
Alla
fine, Tiki Tiki individuò, abbandonate in un angolo,
delle vecchie palle da biliardo. Con l’amico scambiò uno sguardo d’intesa e
passarono subito all’azione.
Ping-pong con la spessa coda che sembrava fatta apposta, lanciava
in alto la palla e lei con un colpo di pinna, a mo’ di racchetta, la scagliava
con tutte le sue forze addosso al loro carceriere.
Fu come un tiro al bersaglio e l'uomo, pur tentando di ripararsi, venne
colpito parecchie volte, ma la palla che lo fece andare a terra fu quella che
ricevette in pieno viso.
Tiki
Tiki e l’amico lo videro barcollare e cadere ma il trambusto scoppiato nel
locale aveva attratto l’attenzione di qualcun altro e
i due si rimisero in posizione.
Proprio in quel momento, entrò una ragazzina molto carina, una
moretta con i codini e il nasino impertinente sul cui spiccava un pugno di
buffe lentiggini, che le donava un'aria simpatica e graziosa.
Solo per un soffio la palla lanciata dai due la mancò.
«Ehi, ma che succede qua dentro?»
Tiki Tiki scrutò con sospetto la ragazzina: «E tu chi sei?»
«Sono la figlia del giocattolaio che ha il negozio dall'altra
parte della strada. Mi chiamo Giulietta e quando ho sentito questo trambusto mi
sono spaventata.
Mi dite ora che succede?»
«Io
sono Tiki Tiki e questo è il mio amico Ping-pong. Siamo stati fatti prigionieri
da due uomini cattivi che di sicuro vogliono farci del male e stiamo cercando
di fuggire. Ci aiuterai?»
Giulietta
rimase un istante incerta sul da farsi.
Avvertiva
il grave pericolo che correvano tutti gli animali presenti in quel locale ma
non sapeva bene quale aiuto offrire loro. Alla fine, le venne in mente un’idea:
«Aspettatemi
qui! Vado a cercare rinforzi.» disse andandosene.
Dopo pochi minuti, ritornò seguita da un gruppetto di ragazzini,
alcuni con lo skate board e altri con la bici.
Tiki
Tiki e Ping-pong si allarmarono subito e la ragazzina li tranquillizzò: «Loro sono
amici e sono qui per aiutarvi.»
«Sì,
ma come?» domandò Luca, il ragazzo più grande.
Giulietta
sorrise, perché nel breve tragitto le era venuta una nuova idea:
«Tra qualche ora gli artisti del circo sfileranno per le vie della
città. Potremmo aspettare il passaggio
del corteo, nascondendo i cuccioli nel negozio di mio padre, per poi confonderci tra
i figuranti e gli animali del circo. Per un po’ potremmo marciare confusi tra di loro e alla prima
occasione allontanarci indisturbati. Che ne dite?»
«Beh…
sembrerebbe una buona idea! E gli addetti al circo sono amanti degli animali,
non credo che troverebbero da ridire una volta spiegato loro il pericolo che
corrono i cuccioli.»
«Prima
però dobbiamo mettere al sicuro i nostri piccoli amici. Pertanto, i più grandi
si prenderanno cura dei più piccolini!»
Il
problema era che non vi erano solo cani e gatti, ma
anche porcellini d'India, scoiattoli e coniglietti, nonché pesciolini, e
uccellini.
Ma
tutti si diedero da fare per non lasciare nessuno in quel luogo oscuro.
Gli
animali più forti afferrarono tra i denti le
gabbiette con gli uccellini, i gatti un po' più grandicelli trasportarono i
sacchetti con i pesciolini, i cagnolini più coraggiosi portarono i gattini
impauriti e persino un pappagallo dai colori sgargianti si prese cura di un
coniglietto appena nato.
Non fu affatto semplice attraversare la strada, ma alla fine tutti
riuscirono a rinchiudersi nel negozio di giocattoli.
Una volta accertatosi che
tutti i cuccioli erano al sicuro, Luca si avviò con i suoi amici nel piazzale dove
il circo aveva piantato il tendone, mentre Giulietta rimase di guardia ai
cuccioli.
Al loro arrivo i ragazzi parlarono con il direttore del grande
spettacolo itinerante, un omone grande e grosso che faceva il domatore di
belve.
L’uomo ascoltò con interesse e, d’accordo con tutti gli artisti, decise
di aiutare i cuccioli in fuga.
Dopo poche ore, per le strade tranquille della cittadina, si
sentirono i rulli dei tamburi, e il frastuono della grancassa.
Aprivano il corteo, allegro e chiassoso, le majorettes seguite dalla banda e dalla
schiera di artisti e di animali presenti nello zoo.
L'omone del circo diede l'ordine di fermarsi davanti al negozio di
giocattoli e i fuggitivi, approfittando della confusione generale, s’intrufolarono
nel corteo.
Nella sfilata erano presenti anche una elefantessa con i suoi
cuccioli e alcune compagne. Il pachiderma, accortosi delle difficoltà dei
piccoli fuggitivi, entrò subito in azione.
Con
la proboscide e con estrema delicatezza, afferrò le gabbiette degli uccellini e
le vaschette con i pesciolini, e poi i cuccioli più piccoli sistemando tutti quelli
che poteva, sul suo dorso.
I
trapezisti, i pagliacci, gli equilibristi l’aiutarono e quando la prima
portantina fu carica, ogni elefantessa afferrò uno o due ragazzini, sistemandoli
sulla sua enorme groppa. Gli animali più grandi furono lasciati a terra e si
confusero tra i figuranti.
Tiki
Tiki si ritrovò tra le majorettes e sfilò con loro. Batteva le pinne a suon di
musica e lanciava in aria un'asticella, facendo bellissime evoluzioni e
strappando grida gioiose al pubblico che la guardava.
Ping-pong
aveva recuperato una palla e sfilava facendola balzare su e giù, sospingendola
col naso.
Andò
tutto bene per un certo tratto, fino a quando davanti al corteo, all'improvviso
comparvero dei brutti ceffi. Il primo del gruppo era l'uomo che aveva catturato
la fochetta. Era tornato con i rinforzi. Non si
rassegnava di veder sfumare tutti i suoi guadagni.
Fu Tiki Tiki ad accorgersi del pericolo e a dare l'allarme. La
prima elefantessa reagì con un grande barrito e sventolando le enormi orecchie
con rabbia.
Gli uomini rimasero interdetti quando il pachiderma iniziò ad
avanzare con aria minacciosa. E quando intuirono di avere davanti una schiera altrettanto
pericolosa composta da tutti gli animali e gli artisti del circo, non
tentennarono oltre e si diedero alla fuga.
In seguito, Tiki Tiki tornò tra i suoi amici del circo e riuscì a
far adottare anche Ping-pong. Gli altri cuccioli trovarono tutti una
sistemazione, nelle case di Giulietta e degli amici e di tutti i bimbi che
andavano ad assistere agli spettacoli.
Favola pubblicata nella raccolta" Le favole di Gigagiò" Edita da Apollo edizioni
Un'allegra compagnia di animali, con a capo una vivacissima foca, per nuove avventure tutte da vivere...
RispondiEliminaUn bellissimo racconto, molto apprezzato.
Buon fine settimana, e un sorriso, carissima Vivì,silvia
Incantevole racconto che, mette in campo tanti animali esaltando le loro avventure con a capo la fochetta Tiki Tiki e tanti ragazzini, diventati loro amici. Una fiaba che ha una sua morale, facendo capire ai piccoli lettori che, quando il bene trionfa sul male è una cosa bellissima. Racconto ben strutturato che attrae alla lettura. Complimenti Vivì, Grazia
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